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20 ottobre 2011 4 20 /10 /ottobre /2011 03:29

Londra e l'Inghilterra devastate, la Val di Susa si ribella,  Roma sconvolta,  Atene brucia: nell'autunno del 2011 esplode la protesta più cruda e difficile. Propongo un modo, non per digerire, ma per comprendere le violenze che stanno scuotendo e scuoteranno ancora l'Europa. Faccio riferimento alla narrazione di un'altra grande cirsi e di un altro periodo di grandi violenze. Il confronto andrebbe approfondito e provvisto di fondazioni robuste, ma intanto propongo l'idea che mi è venuta. Il parallelo è quello con Thomas Munzer, teologo vissuto tra la fine del '400 e l'inizio del '500, capo delle rivoluzioni contadine della prima parte del XVI secolo. Ma più propriamente il Muntzer al quale vorrei far riferimento è quello descritto più che con rigore storico con grande genialità filosofica da Ernst Bloch, anche lui eretico, ma del pensiero marxista.

Nell'attuale fase storica la crisi è destinata a creare una nuova accumulazione. Il capitalismo finanziario, è ormai noto a tutti, somma valori pari a otto volte la ricchezza concreta prodotta dal pianeta. Attraverso l'uso degli strumenti della finanza l'establishment (sim o istituzioni sovranazionali, tipo Banca mondiale o Bce) che controllano le istituzioni politiche e economiche, determineranno una redistribuzione delle ricchezze. Saranno sempre più concentrare nelle mani delle oligarchie, verranno sempre più spossessate le categorie produttive, accorpate in un coacervo fatto da piccoli imprenditori, artigiani, salariati, precari, disoccupati. La crisi così guidata, con una spietata gestione dei debiti degli Stati, indurrà un nuovo processo di accumulazione che, nelle intenzioni di chi vorrebbe governarla secondo i suoi interessi, gli interessi del capitale, inciderà profondamente sulla vita di ognuno di noi. L'esito di questa crisi planetaria costituirà forse la più profonda ridefinizione di rapporti di forza fra classi dalla nascita del capitalismo.

Allora, negli anni di Muntzer, si produsse uno sconvolgimento epocale che portò alla chiusura di un'era, alla scomparsa di un modo di produzione: la società feudale venne frantumata e,i contadini, i servitori della gleba, gli artigiani rurali e dei borghi, spossessati delle loro prerogative produttive (intese socialmente, attraverso la forma sociale della loro produzione) vennero consegnati alla proletarizzazione. Questo spossessamento dette origine alla formazione del capitale, evolutosi poi nelle forme moderne. Fu il grande processo di accumulazione originario nel mondo allora conosciuto.

La società corporativa si estinse perchè "nuovi e superiori rapporti di produzione si vennero a creare", visto che "nel seno della vecchia società maturarono le condizioni materiali di esistenza" di nuove formazioni. Ma la trasformazione verso esiti capitalistici del modo di produzione, si accompagnò a livello politico, religioso, culturale e valoriale al grande movimento della Riforma, che attecchì proprio dove stava germinando il capitalismo. Il processo, però, andava controllato soprattutto negli effetti sociali, per evitare che prendesse una piega che potesse sfuggire dalla gestione degli oligarchi del tempo.
 

Ernst Bloch racconta, secondo la sua idea di marxismo, teologico, proiettato sul futuro, costruito attorno all'idea di speranza e di salvezza, il ruolo di un missionario sociale, di un mistico, di un teoreta ma al tempo grande organizzatore politico: Thomas Muntzer. Alla guida di un esercito di contadini, venne considerato un nemico sociale, alla stregua di una presenza demoniaca, le sue prediche, offerte ai fedeli in tedesco, assai prima di Lutero, divennero, un messaggio rivoluzionario, subito compreso e fatto proprio da artigiani, contadini, plebei: il serbatoio sociale di quello che, abbiamo detto, diventerà il proletariato cittadino.

La violenza che accompagnava le azioni delle brigate di Muntzer venne avversata con ferocia, ancorchè blandita in una prima fase della Riforma. La battaglia di Frankenhausen, fu l'epilogo di una tragica storia di rivoluzione spenta nel sangue con grande soddisfazione di Lutero e la sua nuova Chiesa. Seimila contadini trucidati da truppe mercenarie, Muntzer arrestato, torturato e decapitato. Eppure l'idea di scrollarsi quel sistema era stata perseguita sia da Muntzer che da Lutero: obiettivo la teocrazia impersonata da papa e imperatore. Solo che la Riforma di Lutero era funzionale all'affermazione politica dei Prìncipi e a quella economica del capitale. Gli altri, gli interlocutori politici e sociali di Muntzer, dovevano restare a tutti i costi fuori da ogni gioco e rappresentatività: il loro unico diritto sarebbe stato quello di trasformarsi in venditori  della propria forza-lavoro e compratori dei beni per ricrearla a beneficio di chi l'avrebbe riacquistata. Muntzer aveva attorno a sè uomini disperati che stavano perdendo tutto, il proprio riferimento valoriale e economico. E se ne stavano rendendo conto. Non esattamente, ma avevano annusato il pericolo. Non sapevano ancora che sarebbero stati consegnati al precariato a vita, a dipendere dalle offerte "impersonali" del capitale per vendere una giornata tipo di lavoro in grado di produrre una merce, senza più quelle garanzie che l'era feudale e il rapporto diretto con il proprio Prìncipe erano in grado di offrire. Ma seguirono un intuito rivoluzionario e le parole d'ordine di Muntzer: si ribellarono.

Dall'altra parte si reagì mescolando ferocia e buonismo, un po' come oggi. Qualche contadino al seguito di Muntzer entrava nelle Chiese tirando a terra immagini sacre, madonne che non si intendeva più adorare, si distruggevano piccoli e grandi beni comuni, nello scenario terribile e senza tregua di una campagna diventata terra di nessuno, piena di signori in fuga, ma anche di altri plebei terrorizzati. Che tutto avrebbero perso, ma che subivano sbigottiti quelle scorribande."La plebe è in rivolta - raccontavano i funzionari - contro i signori e intende distruggere i conventi, ovunque regna sovversione e distruzione". A Muntzer non sarebbe bastato isolare i violenti, cacciarli dalle proprie fila, avrebbe dovuto piuttosto impedire la rivolta contro un ordine che si andava ri-costituendo. "Cercava invece l'umanità nell'operare". Come poi, in un altro contesto e con altri strumenti fece Marx, sostiene Bloch : "Lo sforzo personale è immune da ogni tenerezza". Anche Marx, posto sullo stesso piano cercava l'umanità nell'operare, "non solo perchè si sente uomo egli stesso, ma anche perchè gli altri, che sono ugualmente uomini, nella stragrande maggioranza sono trattati come cani. Quelli che li trattano così non vanno circondati da pietà: al contrario tollerarli sarebbe comportarsi in maniera disumana con gli umiliati e gli offesi".

Cosa devono fare gli sfruttati, coloro che sentono attorno al collo il cappio della crisi stringersi senza umanità? Aspettare, assistere allo spossessamento, ascoltare chi è pronto a servire messa di fronte ai nuovi Prìncipi della finanza e del potere? Dice Bloch in Principio Speranza: "Siamo ben lontani da quella bontà inventata di sana pianta e che Muntzer rinfacciava a Lutero, così tenero coi signori nel condannare ogni violenza di cui non fossero autori essi medesimi".

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  • bartolozzi
  • Nato a Roma il 7-3-1962, giornalista
  • Nato a Roma il 7-3-1962, giornalista

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