Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
1 gennaio 2012 7 01 /01 /gennaio /2012 09:22

BOLOGNA - Temi di inizio d’anno. Quando la riflessione volge lontano. Una delle grandi questioni che il pensiero che frequento non ha posto con con grande forza è la questione dell’origine. Ci sono passaggi della filosofia che trae spunto da Marx piuttosto sbrigativi sul tema dell’ulteriorità. Anche se Marx è estremamente più profondo, problematico e sbrigativo al tempo (deve affrontare altri temi, è incalzato da avvenimenti politici, dalla soluzione di pressanti interrogativi economici). Questi passaggi, soprattutto segnati dalle riflessioni dei manoscritti economico-filosofici del 1844  ci dicono che non possiamo mostrare il mondo non esistente per dedurlo da un altro principio. Chiaro. Non si può immaginare un al di là rispetto al nostro mondo per poi cercarne il principio, sempre fuori dal nostro stesso mondo. E’ un modo di passare ad altro argomento con grande senso della contingenza. Per chi era alle prese con la rivoluzione il tema dell’ulteriorità doveva essere per forza rimandato. Sarebbe stato di impiccio. Il compito dei compiti eletto da Marx a sua missione fin dalle tesi su Feuerbach, concepite tra il 1844 e il 1845 (e non a caso riportato con efficacia anche sulla sua lapide) è quello noto nell’undicesima tesi: si deve capire il mondo dove siamo per cambiarlo. E’ uno dei pilastri del pensiero marxista, e uno dei temi ai quali nessuno che pensa può sfuggire. Altrimenti a cosa servirebbe il nostro relazionarsi se non fosse finalizzato alla comprensione? E quindi alla trasformazione, visto che ogni comprensione, ogni pensiero pensato è produzione di pensiero che è impossibile da distinguere, se non altro per i suoi effetti di cui dobbiamo essere consci, dalle possibilità pratiche che genera? Questo Marx nella temperie della sua missione. Ma, successivamente, alcuni pensatori nell’ambito del materialismo, insieme alla questione del termine ad quem, hanno posto la questione dell’origine. Ma come fare? Da dove cominciare? Questo è un vero problema.
   

Già perché nel viaggio della vita noi siamo imbarcati, lo diceva Pascal. E mica abbiamo scelto, con la nostra nascita, con la coscienza che si forma dall’embrione alla venuta alla luce e negli anni successivi, da dove e per dove. Siamo gettati in una determinata e casuale epoca storica, in un determinato e casuale contesto sociale. Quindi è anche naturale che all’uomo capiti di porsi il problema del terminus ad quem senza magari porsi il tema dell’origine. Ma poi, prima o poi, con questo tema, ci si imbatte.  Uno straordinario pensatore marxista, da qualcuno definito un materialista messianico, come Ernst Bloch, un metodo l’ha fornito. Tratto, anche questo, da un’intuizione marxiana. Noi siamo: questo basta per cominciare. E non può non bastare.

 

Questo percorso è una scalata, ma a differenza delle imprese alpinistiche noi sappiamo, forse, al massimo, dov’è il campo base. Ma in genere certe scelte, o la necessità di certe scelte accadono quando si è già sulla parete. E’ già difficile decidere che percorso prendere, se fa bello o c’è gelo. Se conviene attaccare una linea lungo una parete oppure un’altra. O addirittura, scelte radicali, di cambiamento, fino a cambiare versante. E spesso alla cima non si arriva. La vita è costellata di successi e insuccessi. Aspettative premiate o aspettative disilluse. Fallimenti. Pernottamenti in parete, attesa che le condizioni climatiche rendano possibile una salita ulteriore. Oppure ci si può rendere conto di ripiegare per provare un’altra soluzione e un’altra strada. A volte si rinuncia, in qualche drammatica occasione si precipita o si resta lì, in attesa di qualcosa che possa cambiare l’esito di certe scelte. E questo qualcosa non arriverà o arriverà tardi tanto da dover rinunciare a tutto o a parte della propria missione.

Spesso alla cima ci si arriva e allora viene la grande questione: scendiamo. Torniamo dove? Bloch – come dicevo - questo tema lo affronta. Anche se dice: noi siamo questo basta per cominciare. Dove l’inizio per Bloch? Dove è la radice? Tutto ha dentro di sé il volto pietrificato, l’immagine di Sais che attende di esprimersi.
 
I discepoli di Sais è un’opera incompiuta di Novalis. Letterato romantico di inizio ottocento. Il giovane discepolo è alla ricerca del principio e si incammina verso il tempio rivelazione. Il tempio di Iside. Dove si adora l’immagine della Dea coperta da un velo. Riesce ad accedere. A lui, infine, è permesso di sollevare il velo. Ma cosa scorge, quale è il segreto del principio della natura nell’immagine scelata di Sais? Vede se stesso. E questo perché sollevando il velo della natura vede la radice della coscienza: perciò vede se stesso. Bloch usa l’espressione “volto pietrificato”. Questo volto dimora nel seno del tutto e che attende attraverso il futuro il suo compimento.

 

E’ un principio di coscienza che si radica nel profondo per emergere attraverso la storia dove storia è tutto. In vista di cosa? E’ qui il collegamento all’utopia terrena, legata alla produzione marxista (produzione di pensiero e trasformazione del reale). Il futuro sarà la società dei produttori associati, il comunismo, la fine della preistoria e l’inizio della nuova storia dell’uomo dominato solo dai propri autentici bisogni. E i bisogni dell’uomo saranno solo limitati dai bisogni dell’uomo. Senza capitale, lavoro alienato e senza il bisogno indotto dal capitale. Il tempo libero dominerà sulla produzione perché l’organizzazione sociale sarà vista in funzione dell’uomo e non viceversa, ai fini del profitto.  Ma quale sarà il principio filosofico il volano mistico che ci permetterà di arrivare fino a là? Il Principio Speranza.

Il principio, perciò è un tutto che matura. E che attinge dalle sue radici, ancora inespresse di ciò che sarà. E noi siamo proiettati verso ciò che sarà. Un approdo che è condiviso da una parte del pensiero messianico moderno, anche se, a volte, apparentemente nella veste del nichilismo. Con Nietzsche, ad esempio, si va anche oltre. Una volta raggiunto l’Ubermensch si ricomincia da capo. Lì c’è l’esigenza dell’Eterno ritorno, in Bloch il paradiso in terra, la fine della preistoria dell’umanità, il compimento della filosofia. Questo è il comunismo.

Condividi post
Repost0

commenti

Profilo

  • bartolozzi
  • Nato a Roma il 7-3-1962, giornalista
  • Nato a Roma il 7-3-1962, giornalista

NOTA SULLA PRIVACY

Caro amico, desidero informarti che i dati che tu ci fornirai con il presente form saranno da me utilizzati in qualità di titolare del trattamento esclusivamente per effettuare le operazioni tecniche necessarie all'invio della newsletter tramite e-mail. L'unica persona che tratterà i tuoi dati è il titolare del trattamento, Bruno Bartolozzi, che puoi contattare per l'esercizio dei diritti di cui all'art. 7 del Codice in materia di protezione dei dati personali, mediante l'indirizzo di posta elettronica, bruno_bartolozzi@yahoo.it. Ti ricordo che, in base a tale articolo, tu hai la facoltà di richiedere se il titolare detenga dati a te riferibili, dei quali puoi chiedere la correzione, l'aggiornamento, l'integrazione ecc. Puoi altresì opporti per motivi legittimi al trattamento e puoi chiedere in ogni momento la cancellazione del tuo indirizzo di posta elettroncia dalla mailing list di questo blog.

Cerca